TESSILI

Differenziare i rifiuti tessili è un obbligo

Il settore tessile è considerato uno dei più inquinanti, ma anche uno di quelli che offre possibilità di sviluppo verso un’economia circolare. Dal primo gennaio 2022 la raccolta differenziata dei rifiuti tessili è obbligatoria in tutti i Comuni, perchè l’Italia ha recepito le direttive europee del pacchetto sull’economia circolare. Sul territorio servito da Cidiu già da diversi anni sono presenti appositi contenitori per la raccolta differenziata dei tessili, la cui collocazione è indicata per ogni Comune in questa mappa.

Come comportarsi e cosa buttare

Negli appositi contenitori stradali si possono conferire, solo se puliti:

    • abiti e biancheria per la casa (maglie, vestiti o pantaloni, tende, tovaglie, lenzuola, asciugamani);

Raccolta tessili: abiti

    • scarpe solo se appaiate e ancora utilizzabili;

Raccolta tessili: scarpe

    • accessori in buono stato (cappelli, borse, cinture).

Raccolta tessili: accessori


Raccolta tessili

Qualche dato

Ogni anno sul territorio Cidiu vengono raccolte oltre 855 tonnellate di tessili:

  • il 60% viene destinato a riuso di abbigliamento;
  • il 38% diventa pezzame industriale, filato ecc.;
  • il 2% non recuperabile diventa materiale di scarto da smaltire.

Raccolta dei tessili: facciamo chiarezza

Gli indumenti in buono stato vengono igienizzati, selezionati e rivenduti in Italia o all’estero. Il resto viene riciclato per farne stracci e strofinacci oppure destinato alla rigenerazione di nuovi filati per tessuti. Questo tipo di attività non deve essere confusa con le raccolte a scopo benefico effettuate da enti caritatevoli o attraverso lo scambio tra privati, gestito ad esempio tramite le sempre più diffuse app.

La filiera del tessile

Le aziende incaricate raccolgono e trasportano i rifiuti tessili per un primo stoccaggio. In base alle condizioni, i prodotti raccolti possono essere trasferiti ad impianti di recupero per riciclare i tessuti oppure vengono destinati al riutilizzo. In questo secondo caso, personale competente li organizza in categorie cosiddette “scelte”, caratterizzate da diversi livelli di qualità, costruendo per ciascuna un vero e proprio magazzino per taglia e tipologia di indumento. I prodotti vengono poi venduti ad una rete di clienti, normalmente grossisti, oppure di negozi dell’usato in Italia e nel mondo. Il restante materiale di scarto non idoneo né al recupero né al riciclo (circa il 2% del totale) viene smaltito.

Vantaggi sociali e ambientali

  • risparmio di materie prime, energia ed emissioni inquinanti che sarebbero state necessarie a produrre quei beni che invece vengono riciclati o riutilizzati;
  • meno spese a carico della collettività riducendo la quantità di rifiuti indifferenziati che comportano costi di smaltimento;
  • più posti di lavoro: in media vengono creati da 20 a 35 posti di lavoro ogni mille tonnellate di tessili raccolti per riutilizzo.